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Tecniche cognitivo-comportamentali

Claudia Provenzano

Tecniche cognitivo-comportamentali

Le tecniche cognitivo-comportamentali  si basano in sostanza su una sintesi di terapia comportamentale e di terapia cognitiva.

La terapia comportamenale è finalizzata a:

- interrompere le connessioni fra situazioni problematiche e reazioni abituali (reazioni quali paura, depressione, rabbia, ansia, fobie). A partire dai comportamenti attuali si risale ai modelli di interpretazione della realtà appresi durante l'infanzia che nel tempo, attraverso la loro ripetizione, si sono cristallizzati in schemi mentali.

-  rilassare mente e corpo, in modo che la persona si senta meglio, pensi in maniera più chiara e decida in maniera più lucida. 

La terapia cognitiva finalizzata a:

- far scoprire che i sintomi sono causati da modelli di pensiero disfunzionali che danno una visione distorta della vita, rendendo ansiosi, depressi, arrabbiati e portando a compiere comportamenti sbagliati o disadattativi

- modificare i pensieri e le credenze distorte, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi: agisce sui pensieri automatici (pensieri e percezioni distorte che attraversano in maniera rapida e incontrollata la mente di una persona di fronte a certe situazioni specifiche e ne condizionano negativamente l’umore); sulle credenze intermedie (opinioni, regole e assunzioni disfunzionali) e sulle credenze di base (che costituiscono il livello più profondo: sono globali e rigide e vengono apprese durante l’infanzia e l’adolescenza)


La tecniche cognitivo-comportamentali si caratterizzano per il fatto di essere: 

STRUTTURATE: si articolano secondo una struttura ben definita, benché non in maniera rigida, per assicurarne la massima efficacia.

DIRETTIVE: lo psicologo istruisce il cliente e assume attivamente il ruolo di "consigliere esperto”.

PRATICHE e CONCRETE: risoluzione di problemi concreti.

CENTRATE sul QUI ed ORA: si basano sull'attivazione delle risorse attuali, attraverso strategie suggerite.

ORIENTATE al PRESENTE: volte a risolvere i problemi attuali, anche se generalmente l’origine risale all’infanzia.

A BREVE TERMINE: 6-12 mesi

ORIENTATE allo SCOPO: lo psicologo lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi del suo percorso di crescita e cura.

Si tratta di tecniche che si svolgono FACCIA-a-FACCIA (eccetto che per tecniche particolari quali il rilassamento, il role-playing, il modeling).

 

Si svolgono in quattro fasi:

(1) fase di IDENTIFICAZIONE delle regole, delle credenze, degli stili di pensiero e dei comportamenti che generano e mantengono il malessere emotivo

(2) fase di RICONOSCIMENTO: imparare a riconoscere i comportamenti nel momento in cui si attivano e gli schemi cognitivi che ne stanno alla base

(3) fase di INTERVENTO-MODIFICAZIONE: imparare a modificarli e sostituirli con pensieri e comportamenti alternativi e più utili

(4) fase di STABILIZZAZIONE: gradualmente con la ripetizione, attraverso un iniziale accompagnamento da parte dello psicologo e passando da situazioni semplici a sempre più complesse il cambiamento dello schema cognitivo e del comportamento ad esso associato si stabilizzerà.

Tale cambiamento faciliterà il raggiungimento degli obiettivi personali, consentirà di migliorare la qualità delle RELAZIONI con gli altri, e di ridurre in tal modo la propria SOFFERENZA EMOTIVA.

 

Gli HOMEWORK

Lo strumento più utilizzato fra una seduta e l'altra è quello degli homework, attraverso cui si crea una continuità agli incontri settimanali, potenziando così l’effetto delle pratiche e la sensazione del cliente di essere proprio lui artefice del suo stare meglio, in quanto sperimenta la sua capacità di ottenere dei cambiamenti, producendo un aumento del senso di autoefficacia.

Gli Homework sono sempre

- concordati, mai imposti

- coerenti con il lavoro fatto in seduta

- chiari e definitivi

- in nessun modo motivo di giudizio nei confronti del paziente (non mirano alla prestazione, ma all’allenamento mentale)

 

Esempi di homework cognitivi sono:

• BIBLIOTERAPIA: letture che aiutano a capire meglio il proprio disagio psicologico;

• ASCOLTO: registrare le sedute in modo da poter riflettere sul loro contenuto anche dopo la seduta di terapia;

• SCRITTURA: compilazione di schede e diari per imparare a riconoscere e rispondere ai propri pensieri in modo più efficace

• IMMAGINI MENTALI: immaginare se stesso mentre affronta con successo situazioni in cui teme di non poter riuscire.

 

Esempi di homework comportamentali sono:

• PROGRAMMAZIONE ATTIVITA' : incrementare le attività e ridurre la ruminazione su pensieri negativi

• COMPITI GRADUALI: scomporre i problemi in passi più piccoli e gestibili;

• ESPERIMENTI COMPORTAMENTALI: testare i propri pensieri e le proprie convinzioni.

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Gli stili comportamentali danno forma al nostro corpo Le strategie comportamentali che la nostra psiche struttura per adattarsi alle richieste dell’ambiente in determinate situazioni vanno a dare ‘forma’ all’organizzazione corporea, intesa sia come le caratteristiche fisiche del corpo sia come le malattie che lo affliggono. a. Strategia di vita fondata sul bisogno È qui centrale la dipendenza dagli altri. L’individuo rinuncia ad esprimere la propria potenza. La sua sopravvivenza è legata all’identificazione con la persona da cui dipende, incarnando molto bene la fase orale dell’evoluzione psicologica. (es. un bambino nato in un contesto famigliare di persone forti e capaci verrà poco incoraggiato a sviluppare la propria autonomia, in modo che la famiglia possa continuare a svolgere il proprio copione). Esprime e comunica bisogno di protezione Cerca di non creare problemi alla persona da cui dipende. Solo apparentemente le persone centrate sul bisogno credono di ricevere più di quello che danno, mentre la rinuncia alla propria forza e l’assoggettarsi alla complicità sono di fatto il prezzo che pagano fisicamente. Le caratteristiche fisiche che derivano da questa strategia di vita sono: un corpo minuto e privo di potenza, tensione nervosa (energia trattenuta all’interno), postura ‘concava’, respiro corto. Si tratta in generale di un rifiuto di ‘riempimento’, che accrescerebbe la potenza Le malattie che derivano da una eccessiva e/o prolungata polarizzazione su questa strategia di vita sono: bronchiti, malattie metaboliche (diabete), pressione bassa, malattie legate all’indebolimento (anemie, astenia, anoressia), sclerosi multipla , fino all’handicap da incidente (l’incidente che impedisce temporaneamente o definitivamente l’attività è in chi ha esasperato questa strategia di vita. La paresi o l’incidente che costringono a restare fermi a lungo, qualsiasi malattia che tenga in uno stato di necessità vanno così a soddisfare, al di là della propria volontà e consapevolezza, un bisogno psicologico di dipendenza. b. Strategia di vita fondata sul potere (chiude il centro delle emozioni) È centrata sulla responsabilità e l’esercizio di potere. L’individuo si corazza dal proprio nucleo interno di emozioni e sentimenti e dal piacere in contrasto con l’esercizio del potere (es. un bambino nato in un contesto famigliare di persone deboli e incapaci verrà incoraggiato a sviluppare la propria autonomia, ad essere forte e ad assumersi presto responsabilità che spetterebbero agli adulti). Assume comportamenti manipolatori facendo leva sulla ricattabilità altrui, pertanto ricerca la vulnerabilità negli altri. Le caratteristiche fisiche che derivano da questa strategia di vita sono: torace espanso, cavità addominale non mobile, tensione della schiena e degli altri inferiori, tutta l’energia (con il respiro, l’attenzione e la circolazione sanguigna) è concentrata nella parte superiore del corpo. Si presenta un ispessimento della parte esterna del corpo (pelosa, muscolosa) che funge da corazza del proprio nucleo interno fonte di emozioni, sentimenti e piacere. Le malattie che derivano da una eccessiva e/o prolungata polarizzazione su questa strategia di vita sono: asma, enfisema (legate al torca in stato di inspirazione), gastrite, ulcera, pressione alta. c. Strategia di vita fondata sulla negazione del bisogno (chiude il centro degli istinti e dei bisogni) È centrata sull’autonomia: contare su se stessi è considerato più importante della capacità di cooperare, reagisce in senso opposto al bisogno di appoggiarsi agli altri e suscita negli altri la sensazione di invadere i suoi spazi, di non aver bisogno di loro (falsa autonomia). È tipico di personaggi come il ‘navigatore solitario o alpinista individuale’ Le caratteristiche fisiche che derivano da questa strategia di vita sono: corpo tonico e atletico, ben integrato, tensione e difficoltà ad abbandonarsi (anche quando qualcuno se ne prende cura) Le malattie che derivano da una eccessiva e/o prolungata polarizzazione su questa strategia di vita sono: lesioni traumatiche, debolezza delle caviglie, malattie improvvise, sindrome di affaticamento cronico. d. Strategia di vita fondata sulla resistenza (chiude il centro degli istinti, delle emozioni => del piacere) È centrata sulla frustrazione. A questi soggetti ‘capita’ che qualcosa impedisce di concludere ciò che si è iniziato controvoglia e si mettono in situazioni in cui vengono spinti a fare qualcosa per poi fare esattamente l’opposto. Sono soggetti capaci di sostenere grandi sacrifici. Le caratteristiche fisiche che derivano da questa strategia di vita sono: corpo pesante (gambe robuste, bacino largo, piedi callosi, scheletro massiccio), andatura e modalità d’azione priva di eccitazione, leggerezza e piacere. Le malattie che derivano da una eccessiva e/o prolungata polarizzazione su questa strategia di vita sono: e. Strategia di vita fondata sul distacco (chiude il centro delle emozioni e della razionalità =>il senso di responsabilità) È centrato sull’autoesclusione. Questi soggetti hanno bisogno di non entrare in relazione agli altri e di evitare la responsabilità di esserci. Con il suo atteggiamento comunica “fate come se non ci fossi” e pertanto rimane escluso, è come se sparisse Le caratteristiche fisiche che derivano da questa strategia di vita sono: corpo magro e piatto (non c’è spazio per le viscere, sensazioni emozioni e pulsioni), stato di tensione. Le malattie che derivano da una eccessiva e/o prolungata polarizzazione su questa strategia di vita sono simili a quelle orientate al bisogno. f. Strategia di vita fondata sulla seduzione (chiude il centro della razionalità, => della misura, del senso di realtà) È centrata sull’energia sessuale. Il soggetto carica le situazioni in modo da ottenere molta attenzione spesso di tipo sessuale, l’energia sessuale si manifesta in forme camuffate. Enfatizza le emozioni e assume comportamenti eccessivi per ottenere attenzione. La seduzione avviene per lo più inconsapevolmente. Se la seduzione è consapevole diventa manipolatoria. La depressione da mancanza di attenzione viene compensata con il tentativo di sedurre tutti, ma con paura delle conseguenze: se la seduzione ottiene risposta non riesce a reggerla. La seduzione si rivolge pertanto a persone impossibili o irraggiungibili, manca in questo tipo di personalità la funzione di orientamento rispetto ai propri bisogni (gira su se stesso e non sa dove andare), hanno un piano d’azione ‘rotatorio’. Le caratteristiche fisiche che derivano da questa strategia di vita è: spalle larghe, seno prosperoso, occhi grandi e carichi, estremamente coinvolgenti e seduttivi Le malattie che derivano da una eccessiva e/o prolungata polarizzazione su questa strategia di vita sono: malattie che tendono a respingere gli altri (malattie della pelle: psoriasi, dermatiti…), problemi agli organi riproduttivi. g. Strategia di vita fondata sull’azione (chiude il centro delle sensazioni) È centrata sull’attività. Fare, andare, scappare, incapacità di fermarsi è la cifra di questi soggetti che non possono permettersi di sentire. Sono caratterizzati da uno stato di accelerazione, fretta, pressione ad arrivare al dunque, dalla richiesta di prestazione, dalla ricerca di un obiettivo dietro l’altro. È una situazione stressante dove non c’è tempo per l’integrazione dell’esperienza, per l’assorbimento del nutrimento, perché già incombe una nuova esperienza. È pure caratterizzata da un forte senso di competizione. Le caratteristiche fisiche che derivano da questa strategia di vita è: postura organizzata sull’asse antero-posteriore (se li si tocca da dietro partono facilmente in avanti), piedi tonici e arcuati (come fossero su dei blocchi di partenza), pettinature che coprono i lati del viso e spesso uso di occhiali con campo visivo ristretto. Le malattie che derivano da una eccessiva e/o prolungata polarizzazione su questa strategia di vita sono: problemi ai reni (organi che entrano in funzione nelle pause di riposo), pressione alta, ulcere, coliti, infortuni (che fanno saltare la strategia quando eccessiva). h. Strategia di vita fondata sul mimetismo (chiude il centro delle emozioni) È centrata sulla condiscendenza. I soggetti che si avvalgono di questa strategia di vita fanno e sono esattamente come piace agli altri e come gli altri si aspettano che siano. Sono persone gentili, fini, educate, cooperative, disponibili, molto vicini all’immagine ideale di sé. Rinunciano alle proprie emozioni, sanno intuitivamente cogliere i bisogni degli altri e che cosa gli altri si aspettano e vi si adattano. Le caratteristiche fisiche sono simili a quelle di chi basa la propria strategia di vita sul potere ma con una qualità più morbida e plastica.
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