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I meccanismi di difesa

Claudia Provenzano

Strategie di sopravvivenza per i conflitti interiori

I MECCANISMI DI DIFESA sono operazioni psichiche inconsce che hanno la funzione di fronteggiare (di difendersi, appunto, da) qualsiasi evento perturbante, che andrebbe a inficiare l'integrità dell'Io, la sua stabilità e il suo equilibrio interno. Sono STRATEGIE innate e automatiche, originariamente sane in quanto adattive, che ogni individuo mette in atto inconsapevolmente, per affrontare le situazioni stressanti e mediare i conflitti interni fra bisogni e pulsioni da una parte e, dall’altra, divieti e doveri interiorizzati dalla realtà esterna (famiglia, società). Servono dunque a prevenire e arginare l’ansia e mettono al riparo da delusione, mortificazione, umiliazione e vergogna, contribuendo in tal modo a difendere il senso di sicurezza interiore.

I meccanismi di difesa non sono un semplice fenomeno intrapsichico, operazioni che avvengono nello spazio chiuso della psiche, bensì sono influenzati e plasmati continuamente dal contesto interpersonale. Si originano nella prima infanzia come strategie di sopravvivenza quando i bisogni primari del neonato (nutrimento, affetto, cura, protezione) non vengono soddisfatti o mal soddisfatti dai genitori. I meccanismi di difesa continuano ad operare in senso ADATTIVO per tutta la vita e si possono trasformare da forme immature in forme più evolute.



Attualmente i meccanismi di difesa non sono più di pertinenza esclusiva della psicopatologia, ma vengono considerati anche per il ruolo che svolgono nello sviluppo della personalità e nell’espressione delle dinamiche relazionali.

La scelta inconscia e automatica del particolare TIPO DI DIFESA o di una serie di difese adottate disegna infatti una particolare STRUTTURA DI PERSONALITÀ. La scelta del particolare tipo di difesa è determinata da una complessa interazione fra diversi fattori:

- temperamento costituzionale;

- natura dei disagi subiti nella prima infanzia;

- imitazione dell’esempio dato, e a volte deliberatamente insegnato, dai genitori e da altre figure significative;

- vantaggi sperimentati nell’uso di particolari difese (in base all’effetto di rinforzo, secondo la teoria dell’apprendimento).



Secondo il modello strutturale psicodinamico, evoluzione della psicoanalisi, il mondo intrapsichico viene visto come un mondo in conflitto fra le tre istanze: Super-io, Io, Es. L'Es è l'istanza, innata, totalmente inconscia, che tende unicamente allo scarico dell’energia pulsionale e istintuale accumulate. Risponde perciò al principio del piacere. Il Super-io è acquisito, deriva dall’interiorizzazione per lo più inconsapevole dell’educazione, dai valori famigliari a quelli culturali. È essenzialmente inconscio, ma può essere portato alla coscienza.  Incorpora due funzioni: quella della coscienza morale e quella dell'ideale dell'Io. La prima proscrive, cioè dice al soggetto cosa non deve fare e come non essere, sulla base dei valori interiorizzati dall’educazione, mentre la seconda prescrive, cioè detta al soggetto cosa deve fare e come essere. Se dunque l’Es è governato dal principio di piacere e il suo motto è “Io voglio!”, Il Super-io è governato dal principio del dovere, il suo motto è “Io devo!”. L’io, infine, è governato dal principio di realtà “Io posso/non-posso” e ha la funzione di mediatore fra le due istanze così totalmente opposte dell’Es e del Super-Io. Anch'esso è acquisito, derivando dallo sviluppo delle funzioni cognitive ed emotive e dall'esperienza.

Le tre istanze fondamentali della psiche sono dunque in conflitto fra loro e tale conflitto genera angoscia, un senso di spaventoso terrificante orrore per il vuoto generato dalla disgregazione dell’Io, cioè dal conflitto. L'angoscia rappresenta un segnale per la psiche, che avverte così la necessità di trovare un “modo” per difendersi, un meccanismo che compia un compromesso fra le istanze in lotta, che tenti di contenere (rimuovendo, spostando, trasformando...) la potenza incontenibile dell'Es.

Ogni meccanismo di difesa ha però dei costi per la psiche, ovvero il sintomo. Il sintomo, fisico, psichico, o comportamentale, costituisce la 'via di sfogo' o di espressione moderata, trattenuta, delle pulsioni irrazionali e incontenibili dell'Es. Tale sintomo viene definito SINTOMO NEVROTICO ed è generalmente in relazione simbolica con la pulsione o l'oggetto della pulsione repressa.

La sequenza è dunque: conflitto - angoscia - meccanismo di difesa – nevrosi.


Gli obiettivi che la psiche (l’inconscio) si propone nel mettere in atto i meccanismi di difesa sono essenzialmente:

a) FRONTEGGIARE (evitare o gestire) un SENTIMENTO INTENSO e MINACCIOSO, nel senso di destabilizzante (l’angoscia, o una grave perdita o un dolore insopportabile e altre esperienze emotive disorganizzanti);

b) REGOLAZIONE della OMEOSTASI PSICHICA, nella relazione fra il sé e l’ambiente: i meccanismi difensivi definiscono i modi per interagire con il mondo fronteggiandone le difficoltà, regolano le emozioni e riducono i conflitti, interni e/o esterni.

b) MANTENIMENTO dell’ AUTOSTIMA: attraverso l'equilibrio psichico l'Io riesce a raggiungere i suoi obbiettivi e a ricavarne un senso di autoefficacia che va ad alimentare l'autostima.


 

I MECCANISMI DI DIFESA vengono concettualmente distinti in primari o PRIMITIVI o IMMATURI (o di ordine inferiore), e secondari o EVOLUTI o MATURI (o di ordine superiore). Quelli primari si strutturano quando ancora non si è delineato il confine fra mondo interno e mondo esterno nel soggetto, quindi in una fase precoce dello sviluppo del bambino; sono associati alla fase pre-verbale, operano in maniera globale e indifferenziata, fondendo dimensioni cognitive, affettive e comportamentali.

Caratteristiche delle difese primarie, in quanto emergenti nella fase pre-verbale dello sviluppo, sono due qualità: il mancato raggiungimento del principio di realtà e la mancata percezione della separatezza e della costanza di coloro che sono esterni al sé. Per esempio il diniego è considerato una difesa primitiva rispetto alla rimozione: il primo è un processo immediato e non razionale che fa sì che magicamente l’Io dica “ciò non sta accadendo”; il rimosso è invece qualcosa che è stato in qualche modo conosciuto, che è arrivato alla coscienza, ma che poi viene consegnato all’inconsapevolezza; è come se l’Io dicesse “è accaduto, ma lo dimenticherò perché è troppo doloroso”.

Le difese immature sono comunque operanti, in misura più o meno presente, in tutti noi, anche se non abbiamo una struttura di personalità borderline o psicotica; quello che caratterizza questi tipi di personalità è l’assenza di difese mature, oltre alla diffusione della personalità al posto dell’integrazione, e all’assenza del senso di realtà.

I meccanismi di difesa possono essere classificati in modo gerarchico, lungo un continuum di adattamento-disadattamento (maturità-immaturità).

Gli individui tendono a specializzarsi utilizzando le stesse difese nelle stesse situazioni.



I meccanismi di difesa hanno aspetti funzionali e aspetti disfunzionali:

- costituiscono una risposta individuale, sviluppata per eliminare o alleviare le situazioni di conflitto o di stress

- sono lo strumento principale con cui il soggetto gestisce le emozioni spiacevoli

- distorcono la realtà interna e/o esterna

- distorcono la relazione tra emozione e idea, e tra soggetto e oggetto

- producono una sintesi creativa fra bisogni, sentimenti, pensieri, comportamenti appresi

- sono più spesso sani che patologici: possono essere sia adattivi che disadattivi, la loro capacità adattiva va calcolata in base alla rigidità, all’intensità e al contesto in cui agiscono. Se troppo rigidi, pervasivi e eccessivi o inadatti alla situazioni, tali da alterare le relazioni, sono da considerarsi patologici

quando ripetitivi e non più attuali (non più necessari nel presente) finiscono per preparare il terreno al sintomo nevrotico

- mostrano capacità maturative nel tempo








R.B. White, R.M. Gilliland, I meccanismi di difesa, Astrolabio 1977

V.Lingiardi, Fabio Madeddu, I meccanismi di difesa, Raffaello Cortina, 2023

A. Freud, L’io e i meccanismi di difesa, Giunti 2017


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