supporto psicologico per singoli, coppie, famiglie e gruppi
Supporto psicologico individuale, di coppia, di gruppo

L'efficacia della terapia di gruppo

Claudia Provenzano

I  fattori che rendono efficace una terapia di gruppo

Nel suo ormai classico studio, che raccoglie gli esiti di diverse ricerche condotte sia sui pazienti che sugli psicoterapeuti, Irvin Yalom [1] descrive undici fattori terapeutici fondamentali comuni a tutte le psicoterapie di gruppo. Le distinzioni tra questi fattori sono ovviamente un’astrazione, come ricorda Yalom, essi sono interdipendenti e nessuno si manifesta nella terapia di gruppo separatamente. Sono presenti in ogni gruppo terapeutico, ma le loro interazioni e la loro importanza variano da gruppo a gruppo. 

 

-     UNIVERSALITA' il sollievo di non essere soli, di poter condividere i sintomi, le emozioni, i pensieri, i propri comportamenti con altre persone. La convinzione di essere senza eguali nella propria disgrazia produce un senso di solitudine, sentimento che per molti è intensificato dall’isolamento sociale. Nel gruppo terapeutico, specialmente nelle prime fasi, la smentita di queste sensazioni di unicità è una notevole fonte di sollievo. L’universalità ha una funzione importante nella terapia di gruppo.

 

-      SPERANZA: la possibilità di credere nel futuro con fiducia. Deriva dall’incoraggiamento e solidarietà che si attiva tra i vari componenti del gruppo, con la conseguente mobilitazione di ottimismo tra i partecipanti e la sensazione di potercela fare, nonché la speranza, la fiducia di poter ricevere aiuto. È necessaria per trattenere il paziente in terapia, affinché possano agire gli altri fattori terapeutici, inoltre la fiducia in un metodo può essere già di per sé efficace dal punto di vista terapeutico (effetto placebo). Fra tutti, di fatto, è quella collegata in modo particolarmente significativo all’ esito positivo della terapia. Precondizione è che l’infusione della speranza cominci prima che il lavoro di gruppo inizi, nel momento in cui il terapeuta rafforza le aspettative positive, corregge i presupposti negativi e presenta una spiegazione lucida e efficace delle proprietà terapeutiche del gruppo.

 

-      INFORMAZIONE: riguarda lo scambio comunicativo di informazioni sul processo terapeutico stesso: nozioni che il terapeuta fornisce ai pazienti sulle dinamiche psichiche e sul funzionamento del gruppo e del processo psicoterapeutico, l’orientamento, i consigli, suggerimenti offerti sia dal terapeuta sia dagli altri membri del gruppo. Sotto questa indicazione sono compresi due elementi: l’istruzione didattica, in cui la maggior parte dei pazienti durante la psicoterapia apprende molte cose sul funzionamento psichico, sul significato dei sintomi, sulle dinamiche interpersonali e di gruppo, sul processo psicoterapeutico (il processo educativo è implicito) e l’istruzione formale, o psicoeducazionale (il processo educativo è esplicito). La spiegazione del fenomeno rappresenta il primo passo verso il controllo del fenomeno stesso. Possono darsi anche consigli: dare o richiedere consigli costituisce un comportamento che può fornire indizi importanti per la spiegazione della patologia interpersonale essendo strettamente connesso al livello di autostima e alla falsa autonomia. I consigli sono un fenomeno comune agli inizi della terapia di gruppo, ma in rari casi portano in modo diretto ad uno specifico beneficio. Nondimeno, il processo di dare consigli, più che il contenuto in sé, può essere proficuo poiché implica e rende palese una reciproca cura e un reciproco interessamento, saldandosi in tal modo agli altri fattori della coesione, dell’altruismo e della speranza.

 

-      ALTRUISMO: è un beneficio che qualsiasi individuo trae dall’interessarsi agli altri. La terapia di gruppo è l’unica a dare l’opportunità ai clienti di essere di beneficio agli altri. I pazienti ricevono qualcosa per il fatto stesso di dare agli altri membri del gruppo. Ne deriva un senso di autoefficacia: la scoperta di essere stato utile è importante perché favorisce un rinforzo per l’autostima. Nel tempo si viene a creare nel gruppo uno spazio condiviso in cui sperimentare la capacità di vicinanza, conforto e sostegno. Inoltre attraverso l’esperienza dell’altruismo i soggetti apprendono la reciprocità: avere degli obblighi verso le persone da cui si ricevono cure.

 

-      RICAPITOLAZIONE CORRETTIVA del gruppo primario famigliare (cambiamento del copione famigliare). Ha a che fare con il costante confronto tra gruppo terapeutico e gruppo familiare. Il gruppo somiglia per molti aspetti alla famiglia (spesso i gruppi terapeutici sono condotti da una coppia di terapeuti dei due sessi per simulare il più verosimilmente la coppia genitoriale): nelle interazioni con i membri del gruppo si può fare esperienza di intense emozioni e profonda intimità come anche di sentimenti ostili e di competitività, analogamente a quanto accade con i membri della famiglia. Una volta superato l’imbarazzo iniziale i pazienti interagiscono con il leader e gli altri membri del gruppo in modi che ricordano quelli secondo i quali un tempo interagivano con i genitori e i fratelli. Il gruppo è il luogo in cui si ripresentano le modalità relazionali che i singoli soggetti vivono con le persone più intime, con l’aggiunta della possibilità di osservarle, valutarle e in tal modo migliorare le proprie risorse relazionali. Si tratta di una forma di simulazione, del mettersi alla prova in un contesto simile ma sicuro. Il gruppo infatti favorisce un clima contenitivo e protettivo nel quale è dunque possibile esprimersi e sperimentarsi senza il timore del giudizio o di conseguenze ineluttabili, consentendo di correggere e calibrare i propri comportamenti. In esso si libera perciò un potenziale trasformativo. La scoperta da parte del paziente dell’inadeguatezza delle sue reazioni interpersonali, avviene attraverso non solo l’esame di realtà ma anche l’esperienza emotiva, elementi decisivi sia nella terapia individuale che in quella di gruppo. Il concetto di esperienza emozionale correttiva consiste nel principio terapeutico secondo cui il paziente, per essere aiutato, deve fare esperienze emotive concrete che gli permettano di riparare l'influenza traumatica di esperienze negative precedenti. L'insight intellettuale da solo non basta per produrre un cambiamento significativo e duraturo: ciò può essere ottenuto solo tramite esperienze reali vissute nel presente, nella relazione tra paziente e terapeuta (o anche nella vita quotidiana), in grado di annullare l'effetto di quelle passate. Affinché l’espressione di un’emozione si trasformi in un’esperienza emotiva correttiva sono necessarie due condizioni: i membri devono sentire che il gruppo fornisce loro abbastanza sicurezza e sostegno da poter esprimere queste tensioni apertamente; devono esserci sufficientemente partecipazione ed un feedback sincero.

 

-      APPRENDIMENTO INTERPERSONALE è la forma di apprendimento sociale studiata da Bandura [2]. Si tratta di imparare dagli altri confrontando "nel vivo" le proprie convinzioni interpersonali con quelle degli altri: il gruppo è il luogo di auto-osservazione in cui il paziente ripropone i modelli interpersonali disfunzionali all’interno di un “microcosmo sociale” e attraverso i feed back degli altri membri. È qui che entra in gioco il fenomeno del mirroring, che favorisce consapevolezza del proprio modo di stare in relazione agli altri e dell’impatto che questo modo di essere ha sugli altri. L’apprendimento sociale è uno dei principali fattori di cambiamento.. C’è inoltre qui in gioco il fenomeno della validazione consensuale: fenomeno che può modificare le distorsioni cognitive, in quanto consiste in un confronto delle proprie valutazioni interpersonali con quelle altrui.

 

-      IMITAZIONE: ogni paziente ha la possibilità di osservare e prendere a modello gli aspetti positivi del comportamento degli altri partecipanti e del terapeuta. Nei gruppi il processo imitativo è più diffuso, poiché si possono assumere come modelli sia il comportamento degli altri membri del gruppo sia del terapeuta. Bandura[5] ha dimostrando sperimentalmente quello da lui definito come apprendimento vicario, ovvero quanto l’imitazione possa costituire una forza terapeutica efficace (terapia del sostituto o spettatore): un paziente può trarre beneficio dall’osservare l’efficacia della terapia di un altro paziente con problemi simili ai suoi e tende per ciò a imitarlo, apprendendo così nuove modalità comportamentali. Solitamente il comportamento imitativo ha un ruolo più importante nelle prime fasi, momento in cui è più forte il bisogno di identificazione con qualcuno. Non è raro in realtà che i pazienti nel corso della terapia provino su di sé i comportamenti di altre persone e poi li abbandonino perché mal confacentisi. Anche questo processo può avere una forte influenza terapeutica: scoprire ciò che si è attraverso la scoperta di ciò che non si è.

 

-     SOCIALIZZAZIONE: l’apprendimento della socialità, ovvero lo sviluppo delle abilità di relazioni sociale è un fattore terapeutico che agisce in tutti i gruppi, sebbene la natura delle abilità apprese e il carattere più o meno esplicito del processo siano notevolmente variabili a seconda del tipo di terapia (ad esempio nei gruppi di adolescenti si valorizza esplicitamente lo sviluppo delle abilità sociali, mentre in altri gruppi l’apprendimento della socialità è più indiretto). Il gruppo terapeutico rappresenta l’occasione di un serio feedback di relazioni di una certa profondità. I membri del gruppo da più tempo acquisiscono abilità sociali estremamente complesse: la sintonia con il processo di gruppo; l’adeguata reattività verso gli altri; i metodi di risoluzione dei conflitti; l’espressione di giudizi non impulsivi; la capacità di sperimentare ed esprimere un’adeguata empatia. Queste capacità sono le fondamenta dell’intelligenza emotiva.

 

-      COESIONE: la risultante di tutte le forze che agiscono su tutti i membri del gruppo in direzione di un legame forte o la forza di attrazione che il gruppo esercita su ogni singolo membro. È in stretta relazione con il senso di appartenenza al gruppo come insieme e con la percezione dell’esistenza di un setting o un contenitore le cui “pareti” sono formate dai vari membri.

 

-      CATARSI: la possibilità risolutiva offerta dall’espressione delle emozioni. È una potenzialità liberatoria attraverso l’immedesimazione nell’altro e nelle sue proBlematiche e nella possibilità di rivelare fatti intimi e personali, così come la libertà di esprimere i propri sentimenti positivi e negativi in un clima di accoglienza e accettazione. Tale fenomeno potenzia lo sviluppo di legami di sostegno e coesione.

 

-      FATTORI ESISTENZIALI: riflessioni su temi quali la solitudine, la morte la sofferenza, il senso dell’esistenza, della morte, la responsabilità, l’incostanza dell’esistenza e le implicazioni che tutto ciò ha sulla vita trovano un luogo di ascolto empatico.  La consapevolezza di questi aspetti dell’esistenza umana è necessaria affinché eventi avversi possano essere vissuti come meno drammatici


 [1]
  Irving Yalom, Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo, Bollati Boringhieri, Torino, 2009


[2] Albert Bandura, Adolescent Aggression (1959) e Social Learning and Personality Development (1963).



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