Intelligenza emotiva
Ciò che proviamo è alla base di quasi tutte le decisioni più importanti che prendiamo nella nostra vita. Saper riconoscere e dare un nome alle nostre emozioni è quindi fondamentale per dare significato a quello che ci accade. Tale abilità è definita intelligenza emotiva.
L'intelligenza emotiva è la capacità di comprendere, utilizzare e gestire le proprie emozioni in modi positivi per alleviare lo stress, comunicare in modo efficace, entrare in empatia con gli altri, superare le sfide e disinnescare i conflitti. L'intelligenza emotiva serve perciò a costruire relazioni più forti, ad avere successo negli studi e nel lavoro, a perseguire gli obiettivi personali. È la via per entrare in contatto con i propri sentimenti, per trasformare l'intenzione in azione per realizzarla, per prendere decisioni su ciò che conta davvero per noi stessi.
Affinché ci sia intelligenza emotiva è necessario
1. essere consapevoli che le emozioni possono guidare il nostro comportamento e avere un impatto sulle altre persone
2. imparare a riconoscerle e a decodificarle: le
emozioni sono un fenomeno complesso
che ci fornisce precise indicazioni sul nostro stare bene o male nel mondo
3. imparare a gestire le emozioni, sia le nostre che quelle degli altri.
Ad introdurre il concetto di intelligenza emotiva sono stati per la prima volta i professori Salovey e Mayer (1990), che l’hanno definita come:
“La capacità di monitorare le proprie e le altrui emozioni, di differenziarle e di usare tali informazioni per guidare il proprio pensiero e le proprie azioni”. Il concetto di Intelligenza emotiva è stato poi ripreso dal giornalista e psicologo Daniel Goleman il quale, nel 1995, lo rese popolare, definendola:
“ La capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli altrui, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni,
tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali”.
Da questa definizione si può capire come l’intelligenza emotiva sia un intreccio di empatia, motivazione, autocontrollo, logica, capacità di adattamento e di gestione delle proprie emozioni, così da non esserne sopraffatti e riuscire a raggiungere i nostri obiettivi di vita. Imparare a gestire le proprie emozioni non significa negarle o eliminarle, ma fare in modo che non si trasformino in comportamenti spiacevoli e svantaggiosi. Se, per esempio, sappiamo che in situazioni in cui è richiesta una prestazione, come un esame, siamo soliti agitarci molto, quando l'ansia arriverà la riconosceremo e la potremo affrontare. Se invece ne siamo inconsapevoli, questa emozione ci travolgerà come una valanga, ne saremo sopraffatti.
Il quoziente di intelligenza (QI) da solo non è sufficiente per raggiungere il successo nella vita. Il QI può aiutare a entrare in università, ma è il quoziente dell’intelligenza emotiva che aiuterà a gestire lo stress e le emozioni quando si affrontano gli esami finali. La paura delle proprie emozioni spesso coincide con una scarsa intelligenza emotiva.
Goleman alla base dell’intelligenza emotiva individua cinque competenze e a ciascuna di queste attribuisce delle caratteristiche specifiche. Esse sono riconducibili a due grandi tipologie: personali e sociali.
a)
Competenze Personali:
- CONSAPEVOLEZZA DI SÉ, da intendersi come capacità di riconoscere le proprie emozioni, sapere quali sono i propri limiti e le proprie risorse ed avere sicurezza nelle proprie capacità;
- PADRONANZA DI SÉ, la quale richiede la capacità di saper dominare i propri stati interiori, saper guidare gli impulsi e sapersi adattare e sentirsi a proprio agio in nuove situazioni;
- MOTIVAZIONE, caratteristica che spinge l’individuo a realizzare i propri obiettivi sapendo cogliere le occasioni che gli si presentano, impegnandosi e restando costante nonostante le possibili avversità.
b)
Competenze Sociali: ossia le abilità di gestire le relazioni con l’altro.
- l’EMPATIA, intesa come la capacità di riconoscere le prospettive ed i sentimenti altrui, mostrandosi pronti a soddisfare le esigenze dell’altro, e aiutarlo cercando di mettere in risalto quelle che sono le sue risorse. Ma anche la capacità di individuare e coltivare le opportunità che vengono offerte dall’incontro con persone di diverso tipo, e il saper interagire all’interno di un gruppo sulla base dell’interpretazione delle correnti emotive e dei rapporti di potere esistenti nel gruppo stesso. Altre abilità sociali, ossia tutte quelle abilità che consentono di indurre nell’altro risposte desiderabili, sono le
- ABILITA’COMUNICATIVE, il saper comunicare in maniera chiara e convincente. Rientra inoltre nelle abilità sociali il cercare di favorire l’instaurarsi di legami fra i membri di un gruppo creando un ambiente positivo che consenta di lavorare per obiettivi comuni.
Caratteristiche dell’intelligenza emotiva:
- VOCABOLARIO EMOTIVO: le persone con un buon livello di intelligenza emotiva sono capaci di parlare delle proprie emozioni, di raccontarle e quindi di gestirle. Al contrario, chi non ha un vocabolario emotivo sviluppato soffre di alessitimia, la difficoltà ad accedere al proprio mondo emotivo e identificare le emozioni negli altri e in se stessi.
- ADATTABILITÀ e CURIOSITÀ: una persona emotivamente intelligente è adattabile e flessibile e non teme i cambiamenti. Si adatta facilmente alle situazioni nuove sul lavoro e nella vita privata, è incuriosito dalle novità e non ha paura di sperimentare.
- INDIPENDENZA: una delle caratteristiche dell’intelligenza emotiva è non dipendere dal giudizio degli altri. La persona, essendo pienamente consapevole delle proprie emozioni, se ne assume anche la responsabilità di fronte agli altri e valuta quando è il caso di condividerle.
Gli steps fondamentali per sviluppare l’intelligenza emotiva sono:
- CONSAPEVOLEZZA DI SÉ. Conoscersi profondamente significa riflettere sui propri punti di forza, sulle opportunità di crescita, sui propri valori.
- ACCETTARE FEEDBACK e CRITICHE. Le persone emozionalmente intelligenti sanno ascoltare e prendere in considerazione le critiche altrui non come offese ma come opportunità di miglioramento personale.
- RICONOSCERE le proprie EMOZIONI e i propri sentimenti nel momento in cui si presenta una sfida o un problema da risolvere. Questo non solo aiuta controllare le proprie reazioni ma anche a tenere la mente focalizzata sulla risoluzione del problema.
- Praticare regolarmente la
MINDFULNESS. E’ scientificamente provato che allenare la mente ad essere ricettiva nel qui ed ora, in modo intenzionale e con distacco, aiuta le persone a vedere eventi ed emozioni negative come meri prodotti mentali e così a controllarli senza farsi sopraffare. Imparando a prestare attenzione sugli scopi in modo non giudicante, si incrementano la chiarezza mentale e l’autoconsapevolezza.
- RELATIVIZZARE: Decentrarsi, distaccarsi e aprire la propria mente a tutte le possibili spiegazioni per guardare le situazioni da varie prospettive. La rabbia o la tristezza sono emozioni molto difficili da controllare. Ma se rimaniamo ancorati ad un solo modo di vedere le cose che ci accadono, sprecheremo più tempo a star male piuttosto che a trovare alternative di risposta più costruttive e salutari.
- Essere grati ed ESALTARE le EMOZIONI POSITIVE. Le persone che scelgono di intraprendere attività piacevoli tendono ad essere più resilienti. Essere grati per ciò che abbiamo e facciamo, essere gentili con il prossimo e focalizzarsi sulle esperienze positive, ci rende più forti e più capaci di superare le avversità.
- ESSERE EMPATICI. Soprattutto durante i conflitti interpersonali, il segreto per una buona gestione dei contrasti è quello di farsi valere nel rispetto degli altri. L’ascolto empatico crea uno spazio di confronto dove i pensieri e i sentimenti delle persone hanno più importanza del “vincere a tutti costi”.