La ricerca delle cause delle azioni degli individui in psicologia è definita teoria dell’attribuzione. Lo psicologo Rotter ha parlato di "Locus of control", centro di controllo, per descrivere i due modi in cui attribuiamo le cause dei nostri successi e fallimenti. In definitiva la percezione che abbiamo del controllo del nostro destino: a cosa attribuiamo l’origine degli eventi che riguardano la nostra vita. In altre parole, fino a che punto ci consideriamo i fautori degli avvenimenti che ci accadono.
Il Locus of control, ovvero il centro del controllo, può essere interno o esterno.
Gli individui che hanno un centro di controllo interno attribuiscono la causa di ciò che accade a se stessi e alle proprie azioni; quelli che hanno un centro di controllo esterno ritengono di avere poche possibilità di intervenire efficacemente sugli eventi, che dipendono più dalla situazione e da fattori esterni che non dalle proprie azioni (il caso, chi ha maggiore potere, le conoscenze giuste, l’ambiente favorevole). Ognuno di noi possiede entrambi i tipi di attribuzione, ma con una predominanza più spiccata per uno dei due tipi di attribuzione.
I diversi stili di attribuzione (chi tende per lo più verso l'attribuzione a cause interne, chi a quelle interne) determinano in definitiva la percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo rispetto al controllo della nostra esistenza:
Fortunati o Abili?
Attivi o Passivi?
Ottimisti o Pessimisti?
Gli individui che possiedono un locus of control interno si sentiranno maggiormente responsabili delle loro azioni e saranno pertanto più attivi, determinati e tenaci. Sono certi di possedere competenze elevate, credono che ogni azione abbia effetto sullo stato delle cose e che per questo, per modificare le cose, è necessario agire con decisione, esercitando un controllo attento e serrato. Gli individui con locus of control interno si impegnano a sviluppare conoscenze e abilità che permettono di superare prove e difficoltà; sono convinti di poter raggiungere gli obiettivi prefissati, non temono la fatica, anzi ritengono che per ottenere i risultati voluti, sia necessario sforzo e sacrificio. Così, armati di competenze, con queste risorse e con questa fiducia in se stessi, avranno certo maggiori possibilità di successo.
Negli individui che possiedono locus of control esterno invece l’atteggiamento sarà più passivo rispetto agli eventi della vita e tenderanno ad accettarli così come si presentano, anche quando spiacevoli e anche quando potrebbero essere cambiati. Ritengono che le conseguenze delle loro azioni siano dovute a circostanze esterne e pertanto sono convinti che gli eventi della loro vita siano fuori dal proprio controllo e le azioni dipendenti da fattori non gestibili, come il destino e la fortuna. Gli individui con un locus of control esterno tendono ad attribuire la responsabilità dei risultati ottenuti al destino o agli altri, piuttosto che a loro stessi e pertanto si impegnano poco nell’acquisire nuove conoscenze e abilità, nell’esercitarle e nel metterle in atto. Dipendono dagli altri, hanno scarsa autoefficacia e bassa autostima. Così scarsamente armati e poco fiduciosi in se stessi saranno più facilmente esposti al fallimento. Le persone con locus of control esterno, tuttavia, sebbene più passive rispetto agli eventi e poco in grado di intervenire, saranno più orientate all’accettazione delle esperienze negative e pertanto più predisposte al benessere: minimizzare il proprio ruolo e la propria responsabilità di fronte agli eventi negativi, avvalendosi di una spiegazione esterna o fatalistica di quanto accaduto, riduce il senso di colpa, allontana il rimuginio e permette di canalizzare le energie mentali per affrontare meglio le conseguenze.
Esistono anche individui che mostrano una equilibrata combinazione dei due tipi di locus of control. Queste persone risultano più capaci di gestire lo stress, sono in grado di fronteggiare le difficoltà con risultati positivi, sono in grado di assumersi maggiori responsabilità e raggiungono gli obiettivi con minore disagio emotivo e dispendio di energia.
In definitiva il locus di controllo è in grado di influenzare non solo la percezione di noi stessi (autostima) e della realtà (ottimismo/ pessimismo), ma anche la nostra motivazione ad agire, e il successo e il fallimento delle nostre azioni nonché le emozioni che ne derivano.
Il tipo di locus of control di ciascuno individuo risulta essere influenzato dalla personalità, dalla cultura e dalla famiglia di origine, oltre che da una serie di rinforzi positivi o negativi che si ricevono durante la vita.
La famiglia è il primo ambiente in cui il bambino apprende a dare significato agli eventi, alle sue azioni e alla valutazione delle loro conseguenze. Lo sviluppo del locus of control è dunque fortemente influenzato dall’educazione familiare: molte persone che presentano un locus of control interno sono cresciute in famiglie che danno grande importanza all’impegno, alla responsabilità e alla costanza nel perseguire un obiettivo e che ricompensano significativamente il raggiungimento degli obiettivi. Al contrario chi possiede un locus of control esterno spesso proviene da famiglie che esercitano un basso controllo e non considerano importante impegno e responsabilità. Naturalmente, col passare del tempo e con le nuove esperienza di vita è possibile che il locus of control si modifichi.
Spesso usiamo i due tipi di attribuzione in modo distorto, per proteggere la nostra autostima dagli insuccessi o per confermare i nostri successi.
I nostri successi sono dovute alle nostre abilità. Ad esempio, tendiamo ad attribuire i nostri successi alle nostre abilità (“ho superato l'esame, perchè ero preparato”), mentre se falliamo tendiamo ad attribuire le cause del fallimento a cause esterne, a fattori situazionali, piuttosto che incolpare noi stessi.
I successi degli altri sono dovuti a fortuna o aiuti esterni. Se, inversamente, un’altra persona ottiene i nostri stessi o migliori risultati, allora ci affidiamo a spiegazioni esterne (“ha avuto fortuna/ è stato aiutato”).
Gli insuccessi degli altri sono dovuti a loro responsabilità. E in maniera speculare, quando gli altri ottengono un insuccesso tendiamo a fornire attribuzioni interne, per esempio dicendo che il pessimo risultato che hanno ottenuto è da attribuire alle loro caratteristiche personali (“non è intelligente, non si è preparato abbastanza”).
I nostri insuccessi sono stati causati da fattori esterni. Quando invece siamo noi a fallire, allora siamo più propensi ad attribuirne le cause alla situazione o alla sfortuna ("ho avuto sfortuna/ era troppo difficile")
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