Per centri psichici del corpo intendiamo i principali centri di comunicazione tra corpo e psiche. I centri psichici sono tre e sono collocati nella:
a) zona del bacino: è la sede delle pulsioni (istinto di sopravvivenza, pulsione sessuale, pulsione aggressiva), delle sensazioni e delle emozioni
b) zona del petto: è la sede dell’affettività
c) zona della testa: è la sede della razionalità
L’apertura o chiusura parziale o totale dei centri psichici dipende in definitiva dalle strategie di vita che fin da bambini abbiamo trovato come le migliori strategie di sopravvivenza e adattamento all'ambiente di appartenenza (i genitori, la famiglia e successivamente il gruppo dei pari) e influisce enormemente sulle scelte di vita di tutti i giorni ma anche coerentemente sul corpo, dandogli letteralemente una forma (mofificando cioè la struttura fisica, la postura, l'andatura, il respiro, la mimica facciale)
a) Chiusura del centro degli istinti/emozioni (BACINO): quando in un individuo c’è paura o scarsa confidenza con la sfera degli istinti e delle emozioni per determinate condizioni ambientali e culturali (es. caso di donna che si è sposata e diventata madre: in assenza di modelli culturali che le permettano di essere una buona madre e contemporaneamente una donna, esclude i propri bisogni sessuali e istinti di base per svolgere al meglio la vita affettiva e razionale). In questa situazione il suo bacino presenta una riduzione della mobilità, della vitalità e dell’energia, mentre per contrasto il torace risulta più aperto e mobile. C’è una scarsa mobilità delle gambe. Il respiro è alto, mentre nella parte inferiore è quasi impercettibile. È come se il corpo registrasse e testimoniasse della difficoltà di combinare insieme vita affettiva e vita istintiva e per questo richiedesse la ‘rimozione’ del corpo dalla vita in giù. Ad un alto livello di chiusura si verificano sintomi associati a questo ‘fermare’, quali cellulite, accumuli di grasso dalla vita in giù, vene varicose, flebiti, gambe pesanti, emorroidi, caviglie gonfie, piedi sudati.
b) Chiusura del centro affettivo (PETTO): quando in un individuo c’è paura o scarsa confidenza con la sfera affettiva per determinate condizioni ambientali e culturali (es. educazione rigida) o per vulnerabilità affettiva, ipersensibilità (es. attaccamento insicuro con la madre) e rinuncia ai legami (es. caso di uomo di potere/di carriera: ha rinunciato agli affetti per concentrare tutte le sue energie sulla sfera razionale in funzione del lavoro e dell’autoaffermazione). In questa situazione il torace risulta fermo in un’unica posizione: ristretto (talvolta con sofferenza o insufficienza toracica o sintomi quali problemi cardiaci, bronchiti, mal di gola, seno minuto) o espanso (con sintomi quale asma, enfisema, seno molto abbondante)
c) Chiusura del centro razionale (TESTA): quando un individuo desidera evitare costantemente pensieri ritenuti inaccettabili o disturbanti rinuncia a pensare (es. individuo ‘sognatore’ o idealista che fatica ad accettare il dato di realtà). In questa situazione è la testa a essere ‘rimossa’ con conseguenti sintomi di cefalea, cervicale, problemi di vista, tumori alla testa.
Le chiusure possono essere funzionali a realizzare alcuni obiettivi in certi momenti della vita, ma la loro cristallizzazione comporta una privazione, una negazione di una parte di sé che non può che comportare sofferenza. La capacità di accedere a tutti e tre i centri psichici offre la possibilità di esprimere tutto il proprio potenziale e di appagare tutti i bisogni, producendo una situazione di maggiore benessere.
Le strategie che la nostra psiche struttura per adattarsi alle richieste dell’ambiente in determinate situazioni vanno dunque a dare ‘forma’ all’organizzazione corporea, intesa sia come le caratteristiche fisiche del corpo (struttura fisica, postura, andatura, respiro) sia come le malattie che lo affliggono. Le malattie tendono a controbilanciare gli effetti della strategia e corrispondono al principio di omeostasi che governa il nostro organismo. Le caratteristiche corporee quanto le malattie sono dunque funzionali alle strategie di sopravvivenza a un dato ambiente elaborate dall’individuo.
fonte: Tolja-Speciani, Pensare con il corpo, ed. Tea, 2015
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