Il Compiacente. Il Perfezionista. Il Performante. Il Controllante. Il Previdente.
L'Iper-razionale. L'Iperattivo. La Vittima. Il Rinunciatario.
Nell’ottica del modello psicologico del “teatro interno” (v. articolo pubblicato qui) la personalità non è una struttura unitaria e monolitica, ma è costituita a sua volta da una molteplicità di parti, o subpersonalità, che si esprimono ognuna con una propria voce. Le subpersonalità sono fra loro in relazione di dialogo, alleanza o conflitto; e talvolta, o spesso, una predomina sulle altre governando l’intera personalità secondo i bisogni e i comportamenti che la caratterizzano. Alcune parti come “Il Giudice interno” e “il Bambino interno” appartengono in misura maggiore o minore a tutti, in quanto incarnano rispettivamente la coscienza morale (il super-io) e l’inconscio pulsionale (l’Es), costitutivi della psiche umana. Numerose altre parti vanno a combinarsi in ciascun individuo in modo diverso a costituire le innumerevoli varietà dei soggetti.
Chi è il Sabotatore interno
Analogamente la parte del sabotatore è presente con modalità e forza differenti in ciascuno: questa parte rappresenta infatti il lato ombra, gli aspetti negativi di ciascuna parte. Così, per esempio, se il lato luce, gli aspetti positivi della subpersonalità “Bambino interno” sono la spontaneità, la creatività, la libertà, l’intuizione, la genuinità, l’emozionalità, i suoi aspetti negativi sono d’altro canto l’onnipotenza, il puro bisogno, la tirannia, l’incontenibilità; se gli aspetti di negativi della parte “Giudice interno” sono la svalutazione, l’arroganza, l’inibizione, la colpevolizzazione, la sua positività risiede invece nella responsabilità, nel fornire un riferimento, una guida per le proprie azioni.
Cosa fa il Sabotatore interno
Il Sabotatore ostacola il raggiungimento della soddisfazione dei propri bisogni più autentici, della realizzazione dei propri ideali e valori, fa lo sgambetto ai pensieri e alle azioni che possono condurre alla propria autorealizzazione. É colui in definitiva che non permette di essere felici, di stare bene con noi stessi e gli altri.
Come riconoscere il proprio Sabotatore interno
Il Sabotatore interno ha un suo linguaggio, facilmente riconoscibile in quanto si esprime attraverso criteri tipici quali:
a) generalizzare: “Tutti...Nessuno”, “Sempre ...Mai”
b) dogmatizzare: “ E’ giusto...E’ sbagliato”, “
c) catastrofizzare/ terribilizzare: “Finirà tutto male”, “Non ce la farò mai”, “Sarà un disastro”
d) giudicare/colpevolizzare: “E’ colpa tua…”. “Sei questo, sei quello..”
e) svalutare: “non sei buono a nulla”, “non ce la fai proprio”, “sei incapace, inetto, ignorante, stupido…”
f) essere intollerante alle frustrazioni:“Non lo sopporto”, “Mi sento morire per quanto successo”, “mi suicido se accade..
Il linguaggio del Sabotatore, che si esprime in definitiva attraverso categorie assolute, dualistiche e rigide, sottende pertanto una logica facilmente confutabile dal punto di vita concreto della realtà, dove assolutismi, universalismi, dogmatismi non trovano spazio d’esistenza.
Shirzad Chamine ha individuato 9 possibili Sabotatori:
COMPIACENTE
PERFEZIONISTA
PERFORMANTE
CONTROLLORE
PREVIDENTE
IPER-RAZIONALE
IPERATTIVO
VITTIMA
RINUNCIATARIO
IL COMPIACENTE
INTENZIONE POSITIVA
Creare armonia. Ricevere affetto e apprezzamento. Avere un clima sereno di lavoro o di vita.
BISOGNO /COMPORTAMENTO
Forte bisogno di essere amato e di piacere. Bisogno di continue conferme. Evitare il conflitto.
Cerca di ottenere accettazione e amore aiutando, compiacendo, salvando o adulando gli altri. Non esprime apertamente ciò di cui ha bisogno, fa sentire le persone obbligate a ricambiare.
FALSE CREDENZE
“Le brave persone mettono I bisogni degli altri prima dei loro”
“Se non piaccio agli altri resterò solo”
“Posso piacere a tutti se voglio.”
SENTIMENTI
Si sente egoista a dire apertamente cosa vuole. Preoccupato di allontanare gli altri se parla dei suoi bisogni. Carico di risentimento per essere dato per scontato, ma fatica a dirlo.
EFFETTI COLLATERALI SU DI SE E SUGLI ALTRI.
Non prendersi cura dei suoi bisogni, emotivi, materiali o finanziari. Risentimento e rischio di sindrome di burnout
Gli altri possono sviluppare dipendenza e poca autonomia. Si sentono obbligati a ricambiare, in colpa, manipolati. Può essere considerato debole, falso, manipolatore.
IL PERFEZIONISTA
INTENZIONE POSITIVA
Fare le cose a regola d'arte, non con superficialità. Non creare problemi agli altri. Non dover rilavorare le cose più avanti. Ricevere apprezzamento dagli altri. Sentirsi esperto. Evitare critiche.
BISOGNO /COMPORTAMENTO
Puntuale, metodico, attento ai dettagli, può essere irritabile, teso, sarcastico. Molto critico verso se stesso e gli altri. Forte bisogno di auto-controllo e di darsi delle regole. Lavora tantissimo per compensare la pigrizia e inadeguatezza degli altri. E’ estremamente sensibile alle critiche.
FALSE CREDENZE
"C’è il giusto e lo sbagliato. Io so cosa è giusto.”
“Devo fare le cose al meglio”
“Come lo faccio io non lo fa nessuno”
“Se non puoi farlo bene, non farlo affatto”
“Gli altri troppo spesso hanno standard bassi”
"Devo essere organizzato e metodico per far succedere le cose” «Odio gli errori»
SENTIMENTI
Frustrazione costante. Disappunto verso se stesso e gli altri, se non si rispettano gli standard. Ansia che gli altri rovinino il lavoro o l’ordine fatto. Sarcasmo, rabbia e frustrazione represse.
EFFETTI COLLATERALI SU DI SE E SUGLI ALTRI
Rigidità, poca flessibilità nel gestire il cambiamento e gli stili di comunicazione diversi dal suo. E’ una fonte di ansia e frustrazione. Causa risentimento e calo di autostima negli altri. Per quanto la gente si sforzi, non accontenterà mai il perfezionista.
IL PERFORMANTE
INTENZIONE POSITIVA
Far sempre meglio. Migliorarsi. Cogliere nuove sfide. Superare le difficoltà. Competere e vincere. Ricevere apprezzamento dagli altri.
BISOGNO /COMPORTAMENTO
Competitivo, interessato al successo, all’immagine, allo status. Bravo a coprire le sue insicurezze e a mostrare un’immagine vincente. E’ orientato all’obiettivo e workaholic. Ha bisogno di sempre nuove sfide, sempre nuove conquiste. Poca introspezione. Poco in contatto con i bisogni più profondi, propri e degli altri.
FALSE CREDENZE
"Se non posso eccellere, non mi interessa”
“Devo essere sempre efficiente ed efficace”
“Si deve sempre fare meglio”
“L’obiettivo prima di tutto”
“Io sono il migliore”
“Nessuno è al mio livello”
“Hai valore finchè hai successo”
“Se non hai successo non vali niente”
SENTIMENTI
A volte si sente svuotato e depresso, ma non indugia in quello stato d’animo e si rialza subito. Ha un po’ paura dell’intimità e della vulnerabilità. Avvicinarsi agli altri è pericoloso: vedrebbero che non è perfetto.
EFFETTI COLLATERALI SU DI SE E SUGLI ALTRI
Pace e felicità hanno breve durata. L’ accettazione di sè è continuamente condizionata al prossimo successo. Perde contatto con i sentimenti propri e degli altri. Può trascinare le persone nello stesso suo loop.
IL CONTROLLORE
INTENZIONE POSITIVA
Verificare che non ci siano errori. Far bene le cose. Mantenere ordine e logica nel lavoro. Non dover rilavorare le cose più avanti. Lavorare con attenzione e cura. Evitare critiche.
BISOGNO /COMPORTAMENTO
Forte energia e bisogno di controllo e di prendersi carico delle cose. Alto livello di ansia e impazienza. Competitivo, cerca le sfide. Grande forza di volontà. Diretto, parla chiaro. Spinge le persone oltre la zona di comfort. Si esalta nel fare l’impossibile e andare contro le avversità. E’ stimolato dal conflitto e si stupisce quando gli altri si sentono feriti.
FALSE CREDENZE
"Se non controllo io, le cose vanno fuori controllo”
“Se lavoro duro posso controllare la situazione e farla andare nella direzione desiderata”
“Se non li controllo faranno sicuramente stupidate”
“Gli altri hanno bisogno di me, sennò si perdono”
“Devo organizzare tutto sennò non comincio”
SENTIMENTI
Alto livello di ansia quando le cose non vanno come vuole. Rabbia e intimidazioni se gli altri non lo seguono. Impaziente con i sentimenti altrui e gli stili di comunicazione diversi dal suo. Si sente ferito e rifiutato a volte, ma raramente lo ammette.
EFFETTI COLLATERALI SU DI SE E SUGLI ALTRI
Ottiene risultati, ma a scapito dei sentimenti altrui. Gli altri si sentono controllati e non stimati, e non riescono ad accedere alle loro migliori risorse. Genera molta ansia.
IL PREVIDENTE
INTENSIONE POSITIVA
Prevenire i rischi. Prepararsi ad eventualità negative. Essere pronti e veloci con varie opzioni in caso di negatività. Evitare critiche.
BISOGNO /COMPORTAMENTO
Ha bisogno di certezze, prevedibilità, valutazione di opzioni. Tendenzialmente ansioso, cronicamente dubbioso di sè e degli altri. Molto sensibile ai segnali di pericolo, sempre in allerta. Sempre in attesa del peggio. Sospettoso. Poca fiducia negli altri, che faranno sicuramente casino. Trova rassicuranti le procedure, le regole, l’autorità, le istituzioni.
FALSE CREDENZE
“E se va male?”
“Se sbaglio mi salteranno tutti alla gola”
“Io vorrei fidarmi, ma troppo spesso non ci si può fidare degli altri”
“E’ fondamentale avere almeno un piano B”
“Non si può partire alla cieca”
“Devo valutare tutte le possibili conseguenze”
SENTIMENTI
Scettico, anche cinico. Spesso ansioso e ipervigilante.
EFFETTI COLLATERALI SU DI SE E SUGLI ALTRI
E’ faticoso vivere così: l' ansia costante brucia un sacco di energia vitale, che potrebbe essere spesa altrimenti. Perde credibilità perché grida sempre «al lupo». Gli altri lo evitano perchè è spesso negativo e drena molta energia a chi gli sta intorno.
L’IPER-RAZIONALE
INTENZIONE POSITIVA
Gestire le situazioni con lucidità e obiettività. Evitare di non avere una risposta.
BISOGNO /COMPORTAMENTO
Mente intensamente attiva. Processa tutto razionalmente, anche i sentimenti. Ha bisogno di lucidità, chiarezza, logica. Può apparire freddo, arrogante e geloso delle cose che sa. Ha un forte senso della privacy e non permette a molti di conoscere i suoi sentimenti. Mostra i sentimenti attraverso la passione per le idee. Non si fa coinvolgere dalla confusione. Può perdere il senso del tempo per la sua forte concentrazione. Esprime spesso scetticismo ed è incline al dibattito.
FALSE CREDENZE
“La logica prima di tutto”
“I sentimenti distraggono e non sono rilevanti”
“Molte persone sono irrazionali e confuse”
“Ho bisogno di concentrazione assoluta quando lavoro”
“Io uso pensiero e azione, i sentimenti distraggono”
“La conoscenza e la competenza valgono più di tutto per me”
“I bisogni e le emozioni sottraggono tempo ed energia ai miei progetti”
SENTIMENTI
Frustrato dall’eccessiva emotività degli altri. Ansioso di preservare il proprio tempo, energia e risorse dalle intrusioni. Si sente diverso, solo, e non capito. Spesso scettico e cinico.
EFFETTI COLLATERALI SU DI SE E SUGLI ALTRI
Limita la profondità e flessibilità delle sue relazioni, analizzando piuttosto che vivendo I sentimenti. Intimidisce le persone meno analitiche di lui/lei.
L’IPERATTIVO
INTENZIONE POSITIVA
Essere energetico, positivo, attivo. Non farsi prendere dalla tristezza o dall'inedia. Far un buon uso del proprio tempo. Usare le proprie risorse e talenti. Essere utile. Non rimandare le cose.
BISOGNO /COMPORTAMENTO
E’ sempre occupato, impegnato su più fronti e più progetti. Si distrae facilmente e può stare su più tavoli allo stesso tempo. Cerca l’eccitazione, la varietà, la novità non la sicurezza o la calma. Ha bisogno di essere sempre attivo, sempre in movimento. Esce velocemente dagli stati d’animo negativi. Non ha mai pace.
FALSE CREDENZE
“Non è abbastanza “
“Una cosa nuova è per forza più eccitante di una vecchia”
“I sentimenti negativi mi fanno schifo”
“La mia attenzione ha bisogno di cose eccitanti”
“Gli altri non mi stanno dietro. Come mai?”
“Un minuto passato senza fare niente è un minuto perso”
“Se non sei sempre in attività sei un pelandrone”
SENTIMENTI
Impaziente. Ricerca e curiosità costante di qualcosa di nuovo. Paura di perdersi qualcosa di interessante. Senza riposo, sempre desideroso di novità. Preoccupato che i sentimenti negativi prendano il sopravvento.
EFFETTI COLLATERALI SU DI SE E SUGLI ALTRI
Sotto la superficie di divertimento ed eccitazione c’è un’ ansia di scappare dal momento presente, che potrebbe implicare anche sentimenti spiacevoli. Non vuole approfondire le cose e le relazioni, ma preferisce lasciare aperte le possibilità. Gli altri gestiscono a fatica la sua frenesia e il caos che crea.
LA VITTIMA
INTENZIONE POSITIVA
Ricevere aiuto e supporto. Essere protetto e accudito. Non ricevere richieste troppo faticose e pressanti.
BISOGNO /COMPORTAMENTO
Se criticato o non capito tende a ritirarsi. Umorale, drammatizza le cose. Quando i problemi diventano importanti vorrebbe scomparire e rinunciare. Rabbia repressa. Depressione, apatia e costante fatica nel fare tutto. Attira l’attenzione degli altri attraverso i suoi problemi emotivi. Cerca di essere visto e accudito mostrando il suo lato debole.
FALSE CREDENZE
“Nessuno mi capisce.”
“Povero me, mi capitano solo cose brutte.”
“Devo avere qualcosa che non va. “
“Vorrei tanto che qualcuno mi salvasse da questo disastro”
“I sentimenti negativi in me durano tanto tempo”
“Mi sento solo anche in mezzo a tanta gente”
SENTIMENTI
Malinconia, senso di abbandono. Invidia e confronti penalizzanti con gli altri.
EFFETTI COLLATERALI SU DI SE E SUGLI ALTRI
Vitalità sprecata nel continuo rimuginare. Reagisce maltrattando e allontanando le persone. Gli altri si sentono impotenti, frustrati, incapaci di aiutare, in colpa. Riescono solo a mettere un cerotto, ma non riescono ad aiutare davvero nè ad alleviare la sofferenza
IL RINUNCIATARIO
INTENZIONE POSITIVA
Evitare sofferenze, dolori, umiliazioni, conflitti. Evitare fatiche inutili ed eccessive. Gestire le proprie energie al meglio. Godersi quel che c'è. Stare sereno.
BISOGNO /COMPORTAMENTO
Si concentra sul positivo e sulle cose piacevoli evitando le cose difficili. Rifugge il conflitto e dice si anche quando non vorrebbe. Ha difficoltà a dire no. Riduce l’importanza dei problemi e cerca di deviarli sugli altri. Resiste al cambiamento in modo passivo-aggressivo. Ama le routines e le abitudini; rimanda le conversazioni difficili e le cose faticose. Ha bisogno di semplicità, di cose facili.
FALSE CREDENZE
“Forse se non ci penso questa cosa si risolve da sola”
“Se affronto la cosa ferirò I suoi sentimenti. Meglio di no”
“Se entro in conflitto con gli altri mi lasceranno”
“Ho trovato un equilibrio. Non voglio comprometterlo”
“Preferisco lasciar correre piuttosto che fare una scenata”
SENTIMENTI
Paura che pace e serenità vengano compromesse. Ansia per ciò che ha evitato o rimandato. Rabbia e risentimento repressi.
EFFETTI COLLATERALI SU DI SE E SUGLI ALTRI
Negare i conflitti e le negatività impedisce di lavorarci su e cambiare le cose. Quello che si evita non se ne va da solo, ma spesso cresce. Le relazioni sono spesso superficiali. Gli altri hanno poca fiducia, perché non dice quasi mai cosa pensa veramente .
Shirzad Chamine,
Positive Intelligence, Greenleaf Book Group Llc, 2012
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