La personalità che ha vissuto un’esperienza traumatica (personalità post-traumatica) è caratterizzata dalla scissione in due parti o subpersonalità: la personalità “Normale” e la personalita “Post-traumatica”.
La PERSONALITÀ “NORMALE” è quella che va avanti, o sarebbe meglio dire che tira avanti, nella Vita Normale. In essa la parte cognitiva è stata disattivata o ridotta al minimo, è in deficit di energia: si concentra a fatica su ciò che deve fare nel qui ed ora e svolge i compiti con grande dispendio di energia. É la parte che lavora, è la parte che si prende cura, è la parte sociale.
La PERSONALITÀ “POST-TRAUMATICA” è la parte emotiva e iperattivata: contiene i sentimenti del vissuto traumatico, i ricordi del corpo e la paurosa aspettativa che il trauma accadrà di nuovo: è pronta per il pericolo, concentrata sugli stimoli minacciosi e predisposta alla risposte di attacco o di evitamento (nella modalità della fuga o del congelamento), di sottomissione o di richiesta di aiuto.
La PERSONALITÀ DI ATTACCO è caratterizzata dall’essere arrabbiata, critica, diffidente, autodistruttiva, suicidaria, bisognosa di controllo.
La PERSONALITÀ DI FUGA è distante, ambivalente, non riesce a impegnarsi, è incline alla dipendenza o ai disordini alimentari.
La PERSONALITÀ DI CONGELAMENTO è fredda e distaccata, terrorizzata, diffidente, ha la fobia di essere vista, è preda di attacchi di panico, incubi e flashback.
La PERSONALITÀ DI SOTTOMISSIONE è tipicamente depressa, piena di vergogna e al contempo di odio per se stessa, è passiva e accudente.
La PERSONALITÀ DI RICHIESTA DI AIUTO è invece caratterizzata da un disperato desiderio di connessione, vuole fortemente qualcuno da cui dipendere.
A livello terapeutico, è utile far comprendere che la frammentazione o dissociazione è strutturale è utile portare l’attenzione sul fatto che si tratta di una normale reazione istintiva a traumi, non necessariamente la prova di un disturbo dissociativo della personalità
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