La rabbia è una delle emozioni di base, un’emozione universale, che appartiene all’esperienza umana comune e condivisa a prescindere dall’età, dalla cultura e dall’etnia di appartenenza.
La rabbia come tutte le emozioni è un’esperienza multicomponenziale in quanto comprende
- modificazioni fisiologiche (accelerazione del battito cardiaco, rossore o pallore, contrazione o rilascio muscolare, respiro corto o in affanno, sudorazione, secchezza, tremori…)
- processi cognitivi (percezione, attenzione, memoria, pensiero…)
- una componente espressiva (urla, riso, pianto, espressioni facciali, parole, voce)
- una componente comportamentale (attacco, fuga, congelamento, richiesta di aiuto).
L’espressione facciale della rabbia è simile e facilmente riconoscibile in persone di culture molto diverse. I cambiamenti del volto comprendono: l’aggrottare violento delle sopracciglia, lo scoprire e digrignare i denti, lo stringere le labbra, o spalancarle in un grido furioso. Mentre le pupille si contraggono fino a risultare un punto, gli occhi appaiono lucidi e a volte si colmano di lacrime.
La dimensione cognitiva gioca un ruolo decisivo soprattutto nell’attivazione della rabbia in quanto è la risposta emotiva ad uno stimolo che viene percepito e per ciò stesso interpretato dall’individuo come provocatorio. Inoltre la dimensione cognitiva gioca un ruolo centrale anche nella risposta comportamentale: i pensieri negativi che si attivano automaticamente nell’individuo in risposta a un evento-stimolo minaccioso rinforzano infatti le emozioni negative, che rinforzano le azioni distruttive.
La rabbia è un’emozione a valenza negativa (spiacevole) e ad alta intensità, che porta in alcuni casi all’attuazione di agiti, mentre in altri viene repressa o inibita. È inizialmente suscitata da stimoli cognitivamente interpretati come minaccia. Tali stimoli possono essere sia interni (conflitti pulsionali, bisogni inconciliabili), sia esterni (minaccia alla propria autostima, alla soddisfazione dei propri bisogni più autentici). La percezione della minaccia innesca lo stato di attivazione dell'organismo che si prepara pertanto all'azione: aggredire per eliminare la minaccia. E' interessante notare che la percezione della minaccia può persistere anche dopo che la minaccia è passata.
La rabbia si palesa quando qualcuno è di ostacolo al raggiungimento di un proprio obbiettivo o è responsabile della perdita di qualcosa che ci appartiene o cui teniamo (dalla proprietà, all’autostima, all’immagine sociale) e inoltre alla possibilità di essere vittima di un’ingiustizia. L'essere vittima di ingiustizia è tra l'altro associata alla distorsione cognitiva dell'attribuzione, per cui la responsabilità dell'ingiustizia viene attribuita agli altri, senza tener conto dei fattori situazionali, il che innesca più facilmente l'attivazione della rabbia.
La rabbia viene comunicata verbalmente (parole violente, ingiuriose e minacciose), para-verbalmente (tono, timbro, intensità vocale) e non-verbalmente (con la mimica facciale contratta, i gesti bruschi, la postura e il comportamento aggressivo). L’organismo si predispone ad entrare in azione da un momento all’altro, ad attaccare o aggredire.
All’interno dello stato emotivo della rabbia esistono diversi livelli di diversa intensità: dalla frustrazione, all’agitazione, all’irritazione, fino all’esasperazione; dall’ostilità alla ferocia e al furore; dall’amarezza, all’indignazione, all’ira.
La differenza fra rabbia e aggressività consiste nel fatto che:
- la rabbia è uno stato emotivo, mentre l’aggressività si riferisce al comportamento messo in atto;
- l’aggressività si manifesta con l’attacco fisico e verbale, mentre la rabbia con il sentimento di forte malessere, di carica energetica, di compressione insopportabile (fino all'esplosione);
- l’emozione della rabbia non sfocia sempre in azioni violente e aggressive, mentre l’aggressività può verificarsi in assenza di rabbia, come ad es. nel caso di una rapina in cui l’aggressione è strumentale all’atto.
La rabbia è un’emozione che svolge diverse funzioni: biologiche, psicologiche e sociali. Alcune delle funzioni principali della rabbia sono:
Le emozioni di base, fra cui la rabbia, sono filogeneticamente determinate, hanno una base innata e una funzione adattiva, tuttavia possono diventare causa di sofferenza quando la loro intensità è molto elevata e si protrae nel tempo. La rabbia è disfunzionale per la persona quando compromette le relazioni sociali o spinge a compiere azioni dannose verso sé, gli altri o gli oggetti.
L’esperienza della rabbia è di solito descritta come sgradevole e problematica, rende più propensi a pensare in modo irrazionale, ad esercitare una scarsa capacità di giudizio e a comportarsi in modo rischioso e imprevedibile. In seguito all’esperienza emotiva della
rabbia, possono presentarsi emozioni secondarie di vergogna o paura e si associa spesso a una serie di conseguenze a livello psicologico e sulla salute fisica. La letteratura documenta una forte associazione tra alti livelli di rabbia e problemi di salute, in particolare ipertensione e malattia coronarica.
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Lee Ross,
Lo psicologo intuitivo e le sue carenze: distorsioni nel processo di attribuzione, 1977. In L. Berkowitz (a cura di), Advances in experimental social psychology (vol. 10). New York: Academic Press.
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